Rolex è un azienda internazionale, il suo mercato è florido in quasi tutte le culture del mondo, dall’oriente all’occidente è uno status symbol e una dimostrazione di tecnica e stile nell’orologeria di lusso.

Però sappiamo che tra paese e paese bisogna fare delle variazioni, sia per i processi di vendita, che per i prodotti finali. Nella storia Rolex ha apportato diverse volte modifiche ai suoi orologi per dei mercati particolari, per seguire i gusti di alcuni paesi, per soddisfare le richieste di alcuni personaggi di spicco o semplicemente per rientrare nelle regole di commercio predisposte dagli stati in cui distribuisce i propri orologi.

Oggi ci soffermeremo su una variazione che Rolex dovette attuare per Giappone e Canada negli anni 60/70, un cambio di direzione molto importante che diede vita a dei quadranti interessantissimi.

Verso la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70 il governo giapponese bloccò rigorosamente l’importazione di beni o materiali radioattivi e come tutti sappiamo sui quadranti Rolex di quel periodo era presente il trizio come materiale luminescente, che è un elemento radioattivo se pur di vita breve, ormai assolutamente non pericoloso data la sua decadenza e le minime quantità utilizzate.

Rolex non aveva la minima intenzione di chiudere i rapporti con il Giappone, al momento il Luminova non era ancora nella mente dei tecnici e abbassare la quantità di materiale non sarebbe stato sufficente perchè sarebbe dovuto essere tassativamente pari a 0 per il governo giapponese.

Quindi Rolex progettò una serie di quadranti e sfere con assenza completa di trizio. Questi dial sono molto affascinanti, puliti, semplici e con lancette a bacchetta senza materiale luminescente.

Per quanto riguarda i dial per i modelli sportivi invece il discorso è ancora più interessante.

Come sapere negli anni 70 i quadranti per i Submariner, Gmt- mastere Sea dweller avevano gli indici a “pallettoni”, decisamente più grandi dei puntini di trizio presenti sui dial per i modelli classici.

L’assenza del cerchio in oro bianco intorno agli indici introdotti negli anni 80 (bicchierini) rendeva gli indici parte integrante del quadrante. Infatti i pallettoni erano delle vere e proprie macchie sferiche poste direttamente sul dial, oltretutto di grandi dimensioni, che interessavano una grande superfice del quadrante. In questo caso troviamo dei cerchi completamente bianchi, leggermente rialzati, privi di viraggi.

In questo bellissimo esemplare di Rolex 1680 possiamo trovare la dimostrazione di quanto appena detto:

 

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Foto concesse da vinci964

La dicitura ad ore 6 rimaneva la stessa, indicando comunque la presenza di trizio sul quadrante con la lettera “T”, i processi di stampa non erano stati cambiati e le basi dei quadranti rimasero le stesse.

Normalmente per i quadranti dei Datejust con questa particolarità le sfere utilizzate sono a bacchetta, sottili e senza lo spazio concavo nel quale viene inserito il materiale luminescente, in alcuni casi però possiamo trovare delle lancette classiche, riempite con vernice nera al posto del trizio, a mio avvito molto belle. Questa particolarità mi è capitata spesso di vederla sui cosiddetti “sigma dial”, contrassegnati dalla dicitura nella foto che segue.

 

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Questo è un altro bellissimo esemplare in condizioni spettacolari:

https://www.watchworkshaarlem.com/watches/rolex-datejust-japan-dial/

questo altro esemplare è un oyster 6426 del 73, in questo caso sfere a bacchetta senza luminescenza e assenza totale di trizio sul dial.

Foto concesse dal un caro amico appassionato e commerciante Matteo Fratini.

 

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